August 27 2015
<b>HO VISTO CIÒ CHE L’UOMO HA CREDUTO DI VEDERE</b><br><br><img src="https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/hostedimages/1549434847i/27021695._SX540_.jpg" class="gr-hostedUserImg" loading="lazy"><br><b>Sulla copertina dell’edizione francese.</b><br><br>Bordeaux 1958: la Seconda Guerra Mondiale è alle spalle. <br><br>La guerra è finita in Europa, ma la Francia sa bene come esportarla, prima portata in Indocina, e adesso in Algeria.<br><br>La Francia, come mezza Europa, ha evitato di punire colpevoli, aguzzini, e collaboratori dei nazisti, pochi hanno pagato: tanti, troppi hanno continuato a svolgere le loro funzioni, sono rimasti intoccati, mischiati alle vittime, fianco a fianco con gli innocenti.<br><br><img src="https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/hostedimages/1549175630i/27008180._SX540_.jpg" class="gr-hostedUserImg" loading="lazy"><br><b>Il tram a Bordeaux negli anni Cinquanta.</b><br><br>Uno dei tre protagonisti del romanzo appartiene a questa zona grigia (antracite) di umanità e ricorda molto l’indimenticabile infernale Quinlan impersonato da Orson Welles nel suo capolavoro <i>Touch of Evil</i>.<br>Un altro è mosso da spinte che nascono e si sviluppano in conseguenza di questa zona grigia (grigio canna di fucile), cerca giustizia, più che vendetta, novello conte di Montecristo in sedicesimo.<br>Il terzo protagonista è il figlio del ‘giustiziere’: ha un’età per cui oggi sarebbe ancora un adolescente, cinquant’anni fa invece si era già adulti.<br><br><img src="https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/hostedimages/1549175744i/27008188._SX540_.jpg" class="gr-hostedUserImg" loading="lazy"><br><b>Bordeaux</b><br><br>Le Corre sceglie il genere noir per raccontare questa bella storia. <br>Il lancio pubblicitario del romanzo dice che fa per Bordeaux quello che Izzo ha fatto con Marsiglia: io lascerei riposare in pace Fabio Montale, che non ha uguali – sgombrato il campo da paralleli azzardati, voglio dire che comunque questo romanzo di Le Corre è bello, bello assai, e Bordeaux è una grande coprotagonista.<br><br>Il 1958 è l’epoca di Gilbert Bécaud, Edith Piaf, Charles Trenet, ma anche di gente che adesso si ricorda meno, come Ray Ventura, Luis Mariano, Marcel Merkès e Paulette Merval, mentre al cinema andavano forte Jean Gabin, Gérard Philipe, Martine Carol, Maurice Chevalier.<br><br><img src="https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/hostedimages/1549434848i/27021696.jpg" class="gr-hostedUserImg" loading="lazy"><br><b>Il ritorno di Ulisse a Bordeaux, un modo per leggere questo romanzo.</b><br><br><i>Daniel si ricorda di un film con Gérard Philipe che si svolgeva sotto una canicola di piombo e di quel bar a casa del diavolo in cui l’agente sudava guardandosi in cagnesco in un’aria densa mossa da un grosso ventilatore</i><br><br>Fra i punti di forza del libro c’è un’estrema attenzione nei confronti dei personaggi, tutti, anche i più contraddittori e un’ottima capacità di mescolare toni drammatici, storia e romanticismo, andando a creare un mix raro.<br><br><img src="https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/hostedimages/1549174968i/27008144._SX540_.jpg" class="gr-hostedUserImg" loading="lazy"><br><b>Da “La battaglia di Algeri”, il capolavoro di Gillo Pontecorvo, 1966, con tre candidature all’Oscar.</b><br><br>Le Corre è stato capace di farmi vedere i fantasmi: le cose che non esistono, almeno di solito, nelle sue pagine si vedono, si percepiscono chiaramente. <br>Ha un’eccezionale capacità descrittiva sia per l’ambiente, le cose, che le persone, le azioni che fanno, i pensieri che hanno, i sentimenti e le emozioni che provano. Le geografie, sia interne che esterne, sono concrete, immagini forti, nette.<br>La storia si sviluppa, la tensione diventa palpabile, l'attesa cresce, mancano solo cinque pagine e tutto può ancora succedere e tutto deve ancora accadere. <br>Forse per questo, per questa vetta di suspense raggiunta, il finale mi ha lasciato un pochino d'amaro: forse affrettato, forse un po' troppo rassicurante, forse un po' politically correct.<br><br><img src="https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/hostedimages/1549434848i/27021697._SX540_.jpg" class="gr-hostedUserImg" loading="lazy"><br><b>Bordeaux</b><br><br>Il mio titolo è il verso di una poesia di Rimbaud, ‘Il battello ebbro’, citato in queste pagine più di una volta.<br><br><i>…la giustizia sarebbe imbarazzata a ficcare il naso in ciò che lei stessa ha reso possibile: a Bordeaux come altrove ognuno tiene la bocca chiusa, finge di dimenticare i morti e di ignorare i sopravvissuti. “Era la guerra, è finita, cazzo”</i> <br><br><img src="https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/hostedimages/1549174968i/27008143._SX540_.jpg" class="gr-hostedUserImg" loading="lazy"><br><b>Bordeaux</b>
January 24 2019
Con uno stile privo di retorica e fortemente evocativo, Le Corre costruisce un romanzo spietato e coinvolgente, cui la categoria noir sta decisamente stretta.<br />Siamo a Bordeaux<br /><br />“Città tetra che la pioggia sembra spegnere, mentre altrove accende le strade di chiazze di colore e fa rilucere i grandi viali.”<br /><br />La II guerra mondiale è finita da poco e la Francia si è imbarcata nella guerra d’Algeria. Da una guerra all’altra, quasi fosse la vera essenza dell’uomo. Una si è conclusa portando con sé conti in sospeso che risalgono al periodo dell’occupazione tedesca, collaborazionisti riciclati, poliziotti corrotti, ex prigionieri di campi di concentramento che tornano a casa, più ombre che uomini, la mente persa in ricordi incancellabili, l’odore dei forni crematori addosso.<br /><br />“Non sarei mai tornato da quella terra immobile, mai avrei lasciato quella strada segnata dai cadaveri. Mai avrei ritrovato la via. Avrei camminato sul suolo polveroso e freddo tra i morti abbandonati nei fossi, senza appoggio né consistenza fisica. Ormai ero l’unico a vedermi, a percepire la realtà materiale del mio spettro. Per gli altri mi sarei confuso nella trasparenza dell’aria. I loro sguardi mi avrebbero trapassato senza mai intuire la mia realtà.”<br /><br />Un’umanità disperata e violenta, tre storie che si intrecciano: il ritorno di Jean da un campo di concentramento, morto dentro, ossessionato da rimpianti, rimorsi e desiderio di vendetta; il commissario Darlac, <br /><br />“brutale, cocciuto e cattivo come una congestione cerebrale”<br /><br />abituato a farsi strada sui cadaveri di amici e nemici, incarnazione del male e del lato peggiore degli esseri umani; Daniel, figlio di Jean, che sogna di girare film e si ritrova in Algeria, a combattere una guerra di cui non comprende il senso e di cui scopre immediatamente l’orrore e la crudeltà.<br />Ormai <br /><br />“non guarda più il mondo attraverso la sua inquadratura pieghevole. Più che altro ha guardato dal mirino a cannocchiale del fucile”<br /><br />Non sa che, una volta tornato, non riuscirà più<br /><br />“Non riesce più a vedere la sua città come prima di partire per l’Algeria. Forse dopo tutto la vede com’è, umida e buia, insondabile, alla mercé del fiume e della sua melma, quasi disciolta dalle interminabili piogge di novembre.”<br /><br />Una caccia all’uomo spietata insanguina la città, preda e cacciatore cambiano continuamente, in un crescendo serrato<br /><br />“Dopo la guerra talvolta la guerra continua. Silenziosa, invisibile. Il passato ti si presenta alla porta con la brutta faccia di uno sporco poliziotto. Anche i morti ritornano. Non sempre quelli che ti auguravi di rivedere.”
September 16 2018
Noir solidissimo, affresco potentissimo di una città e di una nazione, la Francia, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. Una Francia che ha preferito dimenticare per non fare i conti con quello che è stato. Risultato paradossale: <i>’Dopo la Guerra’</i> presume una fine di quel periodo di guerra che in realtà, sembra dal romanzo, è solo apparente.<br />Perché chi seminava terrore prima continua a farlo, solo in altro contesto. Così, alla fine, non si salva nessuno, perché l’ingenuità è un lusso che non ci si può permettere, come l’idealismo. I buoni non ci sono, ed è questo il principale pregio del romanzo. L’ebreo scampato alle camere a gas, vive cercando vendetta nel rimorso di quello che era prima che la tragedia si abbattesse sulla sua famiglia: un giocatore, puttaniere, ladruncolo, poco di buono. Il figlio pieno di buone intenzioni, alla fine va a fare il cecchino in Algeria, a sparare a civili, spostando ogni giorno un po’ più in là la soglia dell’umanamente tollerabile per l’umanità di una persona che vuoi rimanere sana di mente. I sadici torturatori che durante la Guerra si divertivano al soldo del governo collaborazionista, sono passati in Polizia. E anche chi non la pensa come loro, preferisce voltarsi dall’altra parte, aspettando che siano le loro vicende private, la vendetta di qualcuno che alla fine hanno sottovalutato a farli fuori un po’ alla volta.<br />Non c’è un minimo di lieto fine o finale rassicurante in questo romanzo. Non una Liberazione.<br />E va benissimo così. <br />Bordeaux è splendida e fumosa, romantica e barocca, meridionale e caotica. Una meraviglia.
December 03 2019
I knew nothing about the author, and very unusual for me was very attracted to the cover .<br />Set in the 1950’s in France and Algiers. <br />It goes into depth as to what some people did to survive during the occupation and habits some could not give up. A powerful ending . <br />A bit convoluted at times but a strong story with excellent prose .
June 22 2023
Vendetta. <br />É di questo che parla questo romanzo e chi agisce per realizzare la sua vendetta é stato vittima di un torto indicibile da parte di un poliziotto corrotto. Ci sono una serie di personaggi che completano il quadro, un ragazzo che parte per la guerra d'Algeria e suo tramite ci vengono raccontati degli episodi che ci ricordano quanto le guerre siano schifezze.<br />Mi é stato consigliato da chi anni orsono mi ha fatto conoscere Jean claude Izzo, non posso dire di aver ritrovato quella magia, ma é stata una lettura coinvolgente.
November 14 2018
4,5*<br />Μου πήρε αρκετό χρόνο για να διαβάσω αυτό το βιβλίο. Πυκνογραμμένο με μικρή γραμματοσειρά και βαρύ στην θεματολογία του με ανάγκαζε να διαβάζω το πολύ 50 σελ. την μέρα. Γενικά η γραφή του στις περιγραφές και τα ψυχογραφήματα μου φάνηκε αριστουργηματική. Άργησα όμως να προσαρμοστώ. Νομίζω ότι μετά την 70 σελ. <br />Ο τρόπος που ξεκινάει το βιβλίο είναι εντυπωσιακός αν και αρκετά σκληρός και ωμός. Η σκηνή του βασανισμού, όπως και όλο το βιβλίο γενικά είναι τόσο ζωντανά και γλαφυρά γραμμένο που είναι σαν να βλέπεις την ιστορία να εκτυλίσσεται μπροστά σου. Ο συγγραφέας δεν αφήνει από την αρχή περιθώρια στον αναγνώστη όσον αφορά τον Αλμπέρ Νταρλάκ. Είναι απεχθής ήρωας. Γύρω στην μέση του βιβλίου όμως σου δείχνει ότι έχει κάποια ανθρώπινα συναισθήματα αλλά είναι πλέον αργά για να τον συμπαθήσεις. Παρόλα αυτά κλονίζεσαι για λίγο.<br />Μου άρεσε ότι το βιβλίο γενικά μιλάει για τα επακόλουθα του Β’ παγκόσμιου πολέμου στην Γαλλία και ειδικότερα στο Μπορντό και για τον αποικιακό πόλεμο στην Αλγερία. Ήθελα να μάθω κάποιες παραπάνω πληροφορίες για την περίοδο στην οποία εξελίσσεται το Μαύρο Αλγέρι του Αττιά και να έχω πιο ολοκληρωμένη εικόνα για τα γεγονότα. Η ιστορία εκδίκησης του Ζαν Ντερλμπός νομίζω ότι ήταν προσχηματική και προσωπικά δεν με έπεισε. Νομίζω χρησιμοποιήθηκε για την εξέλιξη της πλοκής και μόνο.<br />Το βιβλίο έχει πολλές σπαραξικάρδιες και ψυχοφθόρες σκηνές. Από την μια η πομπή των εβραίων, με τα βασανιστήρια που τους έκαναν τα SS (Σπασμένα δάκτυλα με ��α οποία δεν μπορούσαν να φάνε ή να λύσουν το σκοινί που κρατούσε το παντελόνι τους για να ενεργηθούν). Έπειτα ο Ντανιέλ να εγκαταλείπεται από τους γονείς του πάνω στην στέγη για να σωθεί. Από την άλλη η κατάληψη του χωριού στην Αλγερία από τον μονάδα του Ντανιέλ. Βιασμοί παιδιών, ξύλο, δολοφονίες. Θηριωδίες και κτηνωδίες απίστευτες. Με έριξε ψυχολογικά. Δεν μπορώ να καταλάβω καθόλου πως γίνονται όλα αυτά και τι ένστικτα έχουν αυτοί οι άνθρωποι που τα κάνουν. Μετά την ανάγνωση του κεφαλαίου 27, έπιασα τον εαυτό μου να δυσκολεύεται να αναπνεύσει. Σταμάτησα για κάποιες ώρες την ανάγνωση.<br />Νομίζω επίσης ότι είναι ένα βιβλίο για την ενηλικίωση μέσα σε τραγικές καταστάσεις όπως ο πόλεμος. Ο Ντανιέλ είναι ένα παιδί πο�� βίωσε την εγκατάλειψη από τους γονείς του. Πηγαίνει στον πόλεμο και στην αρχή δείχνει να του αρέσει. Στο οκτάμηνο που βρίσκεται εκεί, βιώνει την κάθε στιγμή σαν περιπέτεια ικανή να δώσει νόημα στην ζωή του. Υποκύπτει στην δύναμη των όπλων, στο ίλιγγο της βίας και του μίσους. Μα όταν δοκιμάζει την φρίκη του αποτελέσματος λυγίζει και ωριμάζει. Βλέπει ότι έχει να κάνει με ανθρώπινες ζωές και δεν είναι παιχνίδι όλο αυτό. Βλέπει ανθρώπους να χάνονται, φίλους του ή και απλούς γνωστούς.<br />Για τον χαρακτήρα του Ζαν Ντελμπρός ή Αντρέ Βαγιάν έχω ενστάσεις. Στην αρχή του Β’ Παγκόσμιου εμφανίζεται σαν τζογαδόρος και γυναικάς. Δεν ενδιαφέρεται και τόσο για την οικογένεια του, αν και τους αγαπάει. Εξαιτίας της αφέλειας του και νομίζοντας ότι μπορεί εφόσον είναι φίλος του Νταρλάκ να μείνει στο απυρόβλητο τους καταδικάζει. Αφού τον πιάνουν και τον στέλνουν αυτόν και την γυναίκα του στο στρατόπεδο συγκέντρωσης, εκείνη πεθαίνει. Ο ίδιος σώζεται κατά τύχη, γυρίζει στο Παρίσι και μένει εκεί τόσα χρόνια και αφού η κοπέλα που έκανε παρέα, αυτοκτονεί, αποφασίζει ότι πρέπει να γυρίσει και να εκδικηθεί; Γιατί αυτήν την δεδομένη στιγμή; Δεν με έπεισαν καθόλου οι προθέσεις και τα κίνητρα του. Ποτέ δεν εξηγεί τους λόγους.<br />Το φινάλε αν και μου ψιλοφάνηκε προβλέψιμο ως νουάρ που είναι, με ικανοποίησε. Είναι ένα βιβλίο που το κρατάω ολοζώντανο στο μυαλό μου για μέρες και αυτό δεν μου συμβαίνει συχνά. Σίγουρα θα επιδιώξω να διαβάσω και άλλα βιβλία του Ερβέ Λε Κόρ.
August 06 2017
Di tutti quelli che ho letto nel 2016 sicuramente è il migliore, scritto divinamente, fin dalle prime pagine si capisce che siamo su un livello molto alto per il genere noir, che peraltro gli sta molto stretto. Tanta roba, ma tanta...
July 14 2017
During the reading of After The War, I posted on social media that “This is astonishing. I have been moved, perplexed, disturbed, and enthralled in equal measure” and to be honest, in the wake of finishing it, I could simply leave it at that. Comprising of past and present timelines, the dual locations of the seedy underbelly of 1950’s Bordeaux, and the contentious French conflict in Algeria, and with one police protagonist that is evil incarnate, Herve Le Corre has produced a truly uncompromising, multi-layered masterpiece…<br />In common with many crime thrillers this is a story driven by, and built on vengeance, as Daniel, a young man, on the cusp of war, becomes aware of his estranged father returning to Bordeaux to seek revenge on the man who committed the ultimate betrayal during WWII. Through the powerful narrative of Daniel’s experience fighting in Algeria, juxtaposed with Jean, his father’s, meticulous plan to heap as much misery and wrath on Albert Darlac, an immoral, violent and thoroughly odious police detective, Le Corre raises the emotional intensity, and therefore the reader’s engagement with some considerable skill. His characterisation is absolutely superb, with all three male protagonist’s exposing to the reader the very best and worst of human nature, and digging deep into the notion of how we can be morally compelled to do bad things for good reasons. In the character of Darlac, we see the ultimate realisation of the bete noire, with a man whose actions come from the darkest recesses of immorality, and whose revenge on those around him is driven by evil of the highest order. I was equally repulsed and fascinated by him throughout, and will from this day forward acquire the mantle of one of the darkest characters ever to grace the pages of crime fiction.<br />Le Corre’s depiction of Daniel experiencing the sheer intensity and dubious morality of men’s actions in war was my personal highlight of the book. As a regular reader of contemporary literary war fiction, I thought that the author’s realisation and visualisation of the terrain itself was perfect in every detail, and the mundanity of a soldier’s life, interrupted with these big, bold and terrifying incidences of combat was hugely affecting on the reader. Le Corre never turns his full gaze away from this harshest of moral issues as to how the men in Daniel’s platoon react so viscerally to attack, and how they vent this rage on the enemy, contravening the rules of war. The scenes he presents are uncompromising, and yes, uncomfortable at times, but so real and necessary to underscore Daniel’s gradual realisation of the futility of that for which he fights, and in which he loses comrades. It was breath-taking in its depiction.<br />After The War is a behemoth of a thriller, that challenges and perplexes the reader, testing our notions of morality and empathy, and through the adept translation of Sam Taylor, a thoroughly rewarding, if emotionally troubling read. Highly recommended.
May 04 2021
Ένα εξαιρετικό (και επικό) νουάρ μυθιστόρημα για της πληγές (και τις ντροπές) της σύγχρονης γαλλικής ιστορίας. Δύσκολο, σκληρό και υπέροχο, με χαρακτήρες που μένουν αξέχαστοι.
August 15 2019
Onze eerste week vakantie was op 100km van Bordeaux en dus zocht ik in de bib naar boeken die zich daar afspeelden. De korte inhoud van "Altijd oorlog" sprak me heel erg aan en het boek is ook winnaar van de Europese thrillerprijs, dus dat kan niet slecht zijn hè...<br />En toch waren de eerste 150 à 200 pagina's werken. Zoveel geweld dat met heel veel details werd beschreven, ik kwam moeilijk in het verhaal en de personages, dacht even dat dit misschien dan wel eens een "mannenboek" zou zijn (als dat bestaat natuurlijk) en had het bijna weggelegd.<br />Maar nu zo blij dat ik toch heb doorgezet, want dit boek is zo rijk en genuanceerd. Het idee "good guys vs bad guys" wordt zo op de korrel genomen! Geschiedenis krijgt een heel menselijk gezicht, zeker niet fraai, maar wel met goede en slechte kanten die naargelang de situatie durven switchen.<br />Voor mij mochten er bij momenten minder details in (3-4 verschillende beschrijvingen om hetzelfde gevoel te duiden is er soms wat over), maar ik heb prachtige zinnen gelezen en zal voor Daniel en André niet snel vergeten!